ANIME DI LUOGHI
di Vito Teti
Il testo qui pubblicato è la lectio magistralis tenuta durante il primo Convegno nazionale “Da borghi abbandonati a borghi ritrovati” – organizzato dall’Associazione ‘9cento a Pistoia nell’ottobre 2018 e insignito della “Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana”.
Esso conserva, volutamente, i toni spontanei del parlato di fronte a un uditorio di amici studiosi e ricercatori.
Così Pietro Clemente nella sua Introduzione alla sessione in cui ero impegnato così precisava:
“Questo incontro è cominciato già stamattina con una forte attenzione e anche con competenza delle Istituzioni sulle problematiche che noi stiamo discutendo in questi giorni. Questa sessione, seguendo il copione del convegno, ha come titolo questa domanda: “Da dove partiamo per arrivare fin qui?”. Il primo ciclo di interventi è dedicato all’abbandono dei centri minori ed è una sorta di introduzione. Ecco, questa introduzione è affidata soprattutto al primo intervento di Vito Teti che abbiamo chiamato “Lectio magistralis” perché in qualche modo Vito è un maestro dell’antropologia del restare, della restanza, termine che ha coniato Vito dall’interno del suo mondo perché Vito è uno che è restato, quindi vive a San Nicola Da Crissa, un piccolo paese della provincia di Vibo Valentia, e si muove nello spazio calabrese, dentro una storia di famiglia che lo porta ad aver avuto i genitori e i parenti in Canada, le storie dei ritorni, a vivere le estati con questo pieno di persone che vengono per le vacanze così come durante i periodi dei pellegrinaggi e poi vederli scomparire e così via. E poi, diciamo, è un antropologo dall’interno del mondo delle migrazioni e del restare. Al di là della fratellanza che accomuna gli antropologi non sempre e non tutti ma nel nostro caso sì, abbiamo incontrato Vito Teti all’interno di un progetto, quello dei Piccoli Paesi che è venuto dopo un altro progetto, quello chiamato la Rete del Ritorno, che nasceva dall’incontro fra la Fondazione Nuto Revelli con l’Università della Calabria e che era dedicata proprio al tema dei piccoli paesi e dello spopolamento. Ecco quindi che Vito per tutte queste ragioni e per i libri che ha scritto che sono ricchi di esperienza personale, di poesia, ma anche di riflessione teorica-antropologica era la persona più adatta per questa introduzione e gli siamo davvero grati anche perché, lasciando, per queste due giornate, difficili e profonde ragioni familiari che lo tengono legato molto al suo paese, ha accettato di aprire questo incontro“.